Fece un tiro di sigaretta e la spense. Si rivolse a Bobby. E tu invece? Domandò. Chi è la tua insegnante? La signorina Carpenter, disse Bobby. Chi? La signorina Carpenter. Non la conosco. Ha i capelli lunghi e… E poi? Domandò la signora Stearns. Porta sempre dei maglioncini. Davvero? Quasi sempre, disse lui. E tu cosa ne sai dei maglioncini? Non so, rispose Bobby. Mi piacciono, credo. Uh, disse la vecchia. Sei troppo giovane per pensare alle donne con i maglioncini.
Questo venerdì il GDL1 di Melegnano si è riunito per discutere il primo romanzo della trilogia della pianura di Haruf “Canto della pianura”. Ad esso seguono “Crepuscolo” e “Benedizione”: opere che nel loro insieme sono ricordate dalla critica letteraria come un canto di speranza e umanità.
Le lettrici del GDL1 hanno trovato “Canto della pianura” una lettura piacevole, favorita da una struttura semplice e da capitoli ben definiti. È stato apprezzato molto il cambio di registro che è stato di volta in volta adeguato ai personaggi protagonisti. È stata colta come scelta stilistica capace di enfatizzare la realtà rurale descritta, rispettando l’adesione profonda alle tradizioni tipiche delle realtà contadine, povere, chiuse, molto legate alla loro terra, alle origini e ai loro valori: a rischio di enfatizzarli tanto da distorcerli.
Al centro del Canto si trovano i drammi della vita quotidiana di ogni personaggio, vite che, benché lontane dalla realtà dei nostri giorni, hanno permesso alle lettrici di entrare con loro in empatia e di immedesimarsi nelle loro esperienze arrivando a cogliere da ogni storia dei veri e propri insegnamenti: talvolta chi si trova in situazione di bisogno stenta a chiedere l’aiuto altrui, per vergogna, per orgoglio, per timore. “Canto della pianura” invita a non dubitare della solidarietà umana: prova a chiedere e qualcuno potrà rassicurarti. D’altra parte ci sono i due fratelli protagonisti per i quali ci s’interroga sui motivi che li hanno portati a non sposarsi. Motivi che vengono compresi dai due figli più piccoli di Tom Guthrie e che non hanno a che fare con la ricerca, non risolta, della donna giusta ma, piuttosto, con la difficoltà di vivere con una donna, dopo anni di solitudine e fraterno sostegno. Emerge nelle lettrici la riflessione su quanto possa essere difficile separarsi da legami così forti come quelli che nascono nella solidarietà del reciproco bisogno.
L’insieme del testo sembra essere caratterizzato da una forte malinconia di fondo; una malinconia vicina al lettore, comprensibile quanto rintracciabile nei drammi quotidiani che caratterizzano la vita odierna. Quella malinconia tipica dei Canti che riesce tuttavia a connotarsi di una profonda speranza e umanità.
Un’analisi più aperta e trasversale che ha ripercorso le varie tappe di lettura, proposte dal GDL per quest’anno, da Steinbech a Faulkner e Haruf, ha invece permesso al gruppo di cogliere e assodare come, un pensiero chiuso e talvolta bigotto, tipico delle realtà rurali, povere e contadine, appartenga anche alla struttura del tessuto sociale americano, il quale si promuove in tutto il mondo come stato emblema del Capitalismo, del pluralismo di pensiero, del Liberalismo democratico. Realtà condizionate da una forte fede ortodossa, la quale non influenza solo gli usi e i costumi, le feste, le cerimonie e la vita del paese ma ne determina in maniera intransigente valori, scelte sentimenti.”Canto della pianura” vede la sua prima pubblicazione nel 1999, anno dal quale sono trascorse esattamente diciannove primavere di intensi cambiamenti (tecnici quanto culturali). Tuttavia le lettrici rintracciano in questo excursus storico-sociologico, realizzatosi mediante la lettura dei grandi classici, le radici di valori vivi ancora oggi: dalla struttura familiare americana di stampo patriarcale, maschilista (rispetto alla struttura familiare europea più materna e talvolta assistenzialista) alla cultura protezionista che si erge al culto delle armi. Dalla mentalità imprenditoriale all’ideale dell’uomo che, lungi dal soccombere al proprio destino, si costruisce passo passo la sua strada, che sappia o no la destinazione.
Le lettrici si ritroveranno in data 5 ottobre, a termine della pausa prevista per l’estate: discuteranno “L’isola di Arturo” di Elsa Morante e a libera scelta “La ragazza dai capelli rossi” di Pamuk o “L’arminuta” di Donatella Di Pietrantonio, come sempre presso la Biblioteca Comunale di Melegnano “Carlo Emilio Gadda”.
Buone vacanze!!